Un’introduzione per chi non lo sapesse
I
miti che circolano intorno alla legge sulla prostituzione tedesca sono
un perfetto esempio di come le bugie e le falsità vengano accettate come
“verità” quando siano continuamente ripetute. Tenuto conto che vari
politici e attivisti anti-prostituzione in molti paesi spesso citano la
Germania come esempio di fallimento della legalizzazione del lavoro
sessuale, esamineremo qui alcune di queste più comuni false
affermazioni. L’elenco non vuole essere esaustivo e i bene informati non
vi troveranno nulla di nuovo. Il suo unico scopo è quello di ribadire
le contraddizioni che si generano dalle idee sbagliate, che purtroppo
continuano ad essere sistematicamente ripetute dai media.
Verità: Il lavoro sessuale è stato in condizione di legalità in Germania per la maggior parte del XX° secolo. L’obiettivo
della legge sulla prostituzione del 2002 (ProstG) era quello di
migliorare i diritti sociali e giuridici dei lavoratori del sesso. Con
la riforma è stata inoltre abolita la nozione preesistente per la quale
la prostituzione costituiva una violazione della pubblica moralità.
Bugia:
La legge sulla prostituzione dà agli operatori dei bordelli il diritto
di determinare (Weisungsrecht) quali clienti le Sex Workers devono
accettare e quali pratiche sessuali sono obbligate ad eseguire.
Verità: Gli operatori dei bordelli hanno solo un diritto limitato di direzione
(eingeschränktes Weisungsrecht) che permette loro di assegnare il posto
di lavoro o di pianificare il calendario dei giorni lavorativi.
Bugia: Solo 44 lavoratori del sesso in Germania sono registrati e hanno accesso al regime previdenziale.
Verità: La Relazione di Valutazione
(della legge sulla prostituzione) del governo tedesco ha dimostrato
chel’ 86,9% dei lavoratori del sesso che hanno partecipato al sondaggio
ha una assicurazione sanitaria. Il fatto che un numero minore abbia
versato contributi pensionistici è collegato al breve e limitato periodo
nel quale i lavoratori del sesso rimangono nella professione o a
diversi bisogni individuali in materia di sicurezza.
E perchè si sono ufficialmente registrati solo in 44: come ha delineato la Relazione di Valutazione
del governo tedesco, i lavoratori del sesso considerano come principale
ostacolo l’incertezza, cioè se un regolare contratto garantisca o meno
effettivi benefici sociali o materiali, e in che misura sia utile a far
fronte ad eventi inaspettati. Solo una piccola parte dei lavoratori del
sesso ha preteso un contratto di lavoro, la maggioranza ha invece
respinto l’idea di stipularlo. Il timore è che, una volta firmato un
contratto, si possa perdere l’ autonomia sessuale e la possibilità di
sceglire in piena libertà come e dove lavorare. Un ulteriore ostacolo è
il timore della perdita dell’anonimato e delle conseguenze sociali
negative che potrebbero sorgere se fosse rivelata pubblicamente la loro
professione. Per questo i lavoratori del sesso preferiscono non rivelare
la loro occupazione alle imprese di assicurazione o delle autorità, e
si registrano dichiarando un’occupazione diversa.
Bugia: I Centri per l’Impiego possono costringere i disoccupati ad accettare il lavoro sessuale.
Verità:
La condizione stabilita dai Centri di accettare l’occupazione assegnata
non ha mai imposto al disoccupato la collocazione nel settore del
lavoro sessuale. Le notizie in questo senso riferite dai media non sono
corrette.
Bugia: La tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è aumentata dopo l’adozione della legge sulla Prostituzione.
Verità: Le indagini di polizia e le relazioni annuali
elaborate da parte dell’Ufficio di Polizia Giudiziaria Federale (BKA)
non mostrano alcun aumento significativo di vittime che possa indicare
un’ espansione del fenomeno a seguito dell’entrata in vigore della legge
sulla prostituzione .
Nel 2003, un
anno dopo l’adozione della legge sulla prostituzione, la BKA ha
registrato complessivamente 1.235 vittime presunte di tratta, un picco
isolato rispetto agli anni precedenti e seguenti: 2000 (926), 2001
(987), 2002 (811); 2003 (1.235), 2010 (610), 2011 (640), 2012 (612). Nel
2013 ci sono state 542 presunte vittime di tratta. Questo ultimo dato
rappresenta il 44% rispetto alle vittime complessive di tratta nel 2003.
Il governo ha inoltre dichiarato nel 2013 che, da un punto di vista
quantitativo, il rischio potenziale di traffico di esseri umani a scopo
di sfruttamento sessuale in Germania è limitato. Quello che è aumentato,
invece, è il numero dei lanci di stampa riguardo la tratta di esseri umani, che hanno dato l’idea di un fenomeno in aumento.
Bugia: La legge tedesca sulla prostituzione è stata un fallimento.
Verità:
La legge sulla prostituzione del 2002 non è stata attuata in modo
uniforme in tutti Stati federali della Germania e il più delle volte è
stata aggirata utilizzando le norme degli Statuti. Come afferma Rebecca Pates,
“la [legge sulla prostituzione] potrebbe infatti avere l’onore di
essere l’unica legge federale intenzionalmente non attuata dalle
amministrazioni pubbliche della Germania”. Una legge dunque non può
fallire, se prima non è stata attuata ed implementata.
Nota bene:
Ci sono sicuramente altri e ulteriori argomenti per contestare le bugie
sopra riportate. Ai fini di questa introduzione generale sono state
utilizzate fonti limitate, quali la relazione di valutazione del
governo, le relazioni annuali da parte dell’Ufficio Federale del
Crimine, un articolo accademico e un articolo di blog. Lasciate un
commento se volte saperne di più su questi e su altri eventuali punti.
Grazie a Paolo Bello per la traduzione in italiano.
https://researchprojectgermany.wordpress.com/2014/10/04/la-legge-tedesca-sulla-prostituzione-bugie-e-verita/
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