Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute prende posizione dopo l’ennesimo femminicidio che coinvolge una sex worker. Un appello forte per la decriminalizzazione, la fine dello stigma e il riconoscimento dei diritti, per tutte le donne cis e trans:
Cordoglio e Rabbia: basta vittimismo e stigmatizzazione, più tutela dei diritti e giustizia per le sex worker
Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute esprime cordoglio e indignazione per la morte di Vasilica Potincu, escort di professione, uccisa a coltellate nell’appartamento in cui lavorava, alla quale si aggiunge la scomparsa di un’altra giovane donne a Prato. Ogni anno dobbiamo contare i morti nel nostro mestiere e non solo di donne cis ma anche di tante donne trans che subiscono doppio stigma: quello della puttanofobia e quello della transfobia
Non si tratta esclusivamente di fatti di cronaca, ma dimostrano, ancora una volta, le condizioni in cui troppe sex workers sono costrette a vivere e lavorare nel nostro Paese, in un vuoto di diritti, riconoscimento e protezione. L’isolamento in cui l’isolamento in cui SONO OBBLIGATE a operare A CAUSA DELLA LEGGE Merlin, prive di tutele e sicurezza, è conseguenza diretta di politiche punitive e criminalizzanti.
Al contrario, notiamo, che ancora una volta l’attenzione dei media si è focalizzata sulla narrazione privata della vittima, riducendola a tragedia personale, evitando di affrontare il nodo politico della questione. Il racconto simbolico delle sex worker come vittime continua a essere funzionale per negare ogni riconoscimento di autonomia e autodeterminazione, e lo stigma l’arma più potente per non riconoscere a questo lavoro la sua leggettimità.
Alla luce di questi fatti e della loro rappresentazione, rivendichiamo con forza la necessità di un cambiamento culturale e politico. Decriminalizzazione del lavoro sessuale, che parte in primo luogo dalla decriminalizzazione del favoreggiamento, per consentire alle lavoratrici di autorganizzarsi e proteggersi. È vergognoso che le sex worker vengano ricordate solo quando si tratta di riscuotere tasse, per poi essere sistematicamente discriminate, emarginate e trattate come “reiette”, invece che come delle lavoratrici e imprenditrici di se stesse.
La retorica vittimistica non aiuta né le donne libere, né le sfruttate in questo lavoro.
Pia Covre
Presidente Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute