Progetto del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute APS per l’integrazione sociale e l’inserimento socio-lavorativo delle donne CIS e delle donne transessuali vittime di tratta e sfruttamento
Nel 2000 le fondatrici del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute hanno avuto la lungimirante idea di realizzare un progetto di accoglienza a Trieste, città di confine, per offrire uno strumento concreto alla lotta contro il fenomeno della tratta degli esseri umani e, nello specifico, contro lo sfruttamento sessuale e lavorativo a Trieste. Nel 2006 il progetto di accoglienza di persone vittime di tratta ha assunto un carattere regionale diventando “Comunità locali contro la tratta: una rete per il Friuli Venezia Giulia” promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Comune e la Caritas di Pordenone, il Comune e la Caritas di Udine, per l’attuazione dell’articolo 13 della Legge 11 agosto 2003, n. 228, finalizzato alla predisposizione di misure di accoglienza per persone vittime di tratta.
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Nel 2016, con l’adozione del Piano Nazionale Anti Tratta da parte del Dipartimento delle Pari Opportunità, finanziatore principale dei progetti anti tratta sin dal principio, è avvenuto la tanto sospirata riorganizzazione del sistema anti tratta a livello nazionale con la conseguente erogazione di bandi per la realizzazione del Programma Unico di emersione, assistenza e inclusione sociale della durata complessiva di 15 mesi. L’attuale rete regionale ‘il FVG in rete contro la tratta’ è quindi composta dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute a Trieste, dal Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine e la Nuovi Vicini onlus di Pordenone. L’ente proponente è la Regione Friuli Venezia Giulia. Il cuore di questo progetto è nel diritto alla libertà da ogni forma di sfruttamento.
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L’indipendenza è l’obiettivo finale e il diritto alla libertà il suo punto cardine. Offrire le opportunità che i programmi di protezione sociale ex art. 18 T.U. d.lgs. 286/1998 e ex art 13 legge 228/ 2003 propongono significa restituire la capacità decisionale a persone a cui è stata negata ogni autonomia, vittime di un inganno ordito sfruttando la miseria e la disperazione di chi scappa da situazioni senza futuro, dalla guerra o da condizioni di totale indigenza. Crediamo inoltre fermamente che nel riconoscimento dello status di vittima di tratta non si debba leggere alcuno stigma o alcun indice di debolezza, ma piuttosto una garanzia di reale protezione e tutela e la possibilità di offrire un vita dignitosa a queste donne, questi uomini e ai loro figli.
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Il lavoro portato avanti da Carla Corso e Pia Covre del CDCP Onlus pone al centro la persona e la salvaguardia dei suoi diritti, difendendone l’emancipazione attraverso il passaggio da clandestina e vittima a cittadina a pieno titolo della società italiana. Punto fermo dell’operato del progetto è l’uscita dall’illegalità e dallo sfruttamento e la messa al bando di emarginazione e soprusi, tralasciando missioni di redenzione o condanne alla prostituzione qualora essa sia scelta e libera da costrizioni e soprusi da parte di terzi.
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L’800290290 è un numero telefonico da chiamare gratuitamente in modo anonimo ed è attivo 24 ore su 24. Il servizio è stato istituito dal dipartimento per le Pari Opportunità nel 2000, nell’ambito degli interventi in favore delle vittime di tratta previsti dall’art.18 del Decreto Legislativo 286/98. Proprio nel “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” si introduce la possibilità di rilasciare uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti dell’organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale.
Al numero verde si possono rivolgere sia le potenziali vittime di tratta e sfruttamento per chiedere aiuto, sia privati cittadini, forze dell’ordine, rappresentanti di enti pubblici o privati e membri delle associazioni di categoria del mondo del lavoro che sono a conoscenza di casi di sfruttamento e abusi o che desiderano segnalare o avere informazioni su tali tematiche.
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