17 dicembre – Giornata contro la violenza sulle/sui Sex Workers

Il 17 dicembre, la Giornata Internazionale per porre fine alla violenza contro le sex workers.

Sex workers e i loro alleati in tutta la Europa chiedono la fine di tutte le forme di violenza contro le/i SW.

Chiediamo il riconoscimento dei diritti del lavoro e della migrazione come mezzo per combattere lo stigma e la violenza contro le SW.

Attacchi fisici, violenza psicologica e persino omicidi continuano a colpire le SW ogni giorno in Europa e nel mondo. Le uccisioni di SW soprattutto quelle migranti, di strada e transgender, sono all’ordine del giorno. Nel 2022, molte SW sono state uccise in Europa, ma non sono state intraprese azioni efficaci per prevenirle.

COS’È LA VIOLENZA CONTRO LE SEX WORKERS

  • Stigma e discriminazione. La società, con il sostegno dei media tradizionali, continua a vedere le SW come inaffidabili, immorali, malate ed emarginate, il cui valore come esseri umani deve essere negato. I diritti delle SW sono calpestati, le loro vite e il loro lavoro sono stereotipati e denigrati. Vengono viste come criminali o vittime. Lo Stato, compresa la polizia, molesta le SW e le loro famiglie, porta via i loro figli, le espone a test medici forzati e favorisce lo stigma diffuso su di loro, sui loro partner e sulle loro famiglie.
  • Violenza di Stato. La violenza sponsorizzata dallo Stato comprende incursioni nei luoghi di lavoro, arresti e deportazioni.
  • Mancanza di sicurezza. Lo Stato non riesce a garantire condizioni di lavoro sicure per le SW, anche nei Paesi in cui il SW non è un atto criminale.
  • Criminalizzazione per legge. Con l’emanazione di leggi che criminalizzano il lavoro delle SW, costringendole a lavorare in condizioni pericolose e vulnerabili, che introducono norme di legge che rivendicano la difesa della “sicurezza pubblica” o della “morale pubblica” e che penalizzano le SW migranti esponendole alle molestie della polizia.
  • Criminalizzazione dei clienti. La criminalizzazione dei clienti delle SW è l’ultima forma di violenza strutturale, che lascia le SW senza reddito, con minori capacità di negoziazione e una maggiore stigmatizzazione.
  • Esclusione dai forum decisionali. La costante esclusione dalle piattaforme politiche e decisionali, nonché dalle conferenze sui diritti delle donne e dei lavoratori. Sebbene la voce delle SW stia diventando più forte, le loro organizzazioni più sostenibili e gli alleati più presenti, alle lavoratrici del sesso viene ancora negata la possibilità di parlare delle loro strategie per diminuire la violenza contro di loro.

Il 16 novembre 2022, tre SW migranti sono state uccise a Roma sul loro posto di lavoro. Sono state uccise dal razzismo, dalla violenza di un sistema putrefobico e sessuofobico, da persone che pensano che le loro vite non valgano nulla perché sono puttane o migranti. A chi interessa la morte di una prostituta, per di più se è una migrante, trattata come clandestina e senza diritto di esistere?

La violenza, lo stigma e la repressione di cui sono vittime le SW le isolano e aumentano la loro vulnerabilità. Le SW sono ovunque, eppure nessuno le vede, tranne quando servono come pedine da utilizzare nel dibattito pubblico per giustificare leggi repressive o azioni per “proteggerle”, in nome di un paternalismo non tanto nascosto che vorrebbe avere il controllo sui loro corpi.

In questa giornata, le SEX WORKERS e i loro alleati di tutta Europa vi chiedono di UNIRVI a noi, di ascoltare le storie delle sex workers e di schierarvi al nostro fianco per chiedere la fine di OGNI forma di violenza contro le sex workers!

Per saperne di più sugli eventi organizzati dai membri del TAMPEP:

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Di seguito la versione in lingua inglese:

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