In merito alla chiusura del centro disforia di genere a Trieste, pubblichiamo qui di seguito le osservazioni del Coordinamento per la salute pubblica FVG.

E’ veramente incredibile come, passo dopo passo, incuranti di opinioni autorevoli di scienziati o di portatori di interesse, e soprattutto della storia di questa città che, da tanti anni ,ha potuto godere di eccellenze nell’ambito della medicina sia ospedaliera che territoriale, la Regione Fvg e Asugi, così come le altre aziende sanitarie regionali, stanno distruggendo tutto, assolutamente tutto!!!

Da tempo il Coordinameno per la difesa della sanità pubblica a Trieste, e il Coordinamento per la sanità regionale, di cui il primo è parte, stanno evidenziando le tante falle del sistema, raccogliendo firme di cittadini disperati per le mancanze del sistema sanitario, organizzando dibattiti pubblici per informare e rendere evidenti a tutti le lagnanze e le agguerrite critiche largamente diffuse, chiedendo ripetutamente incontri all’assessore alla sanità della Regione Fvg o al suo Presidente, ai politici al governo, che, sembrano tutti non avere nè interesse né possibilità di accogliere le istanze dei cittadini . Cresce tra di noi il malcontento e si direbbe, con più precisione, un grande dolore per le tante sofferenze che potrebbero esserci risparmiate e la sensazione di essere , noi fruitori di sanità, del tutto inesistenti, e dunque sale giorno dopo giorno una grande, grandissima rabbia..

“Ho lavorato per più di trent’anni al fianco del professor Emanuele Belgrano, primo in Italia ad eseguire interventi di cambio di sesso, e successivamente con il professor Carlo Trombetta, mio ultimo direttore, -dice Andrea Boltar, urologo in pensione, e componente del citato Coordinamento triestino-. Non era il mio campo, mi dedicavo infatti ad altre patologie, però in tutti questi anni non solo ho conosciuto il valore e la professionalità di questi illustri colleghi, ma soprattutto ho visto entrare in clinica urologica tantissimi giovani e meno giovani, tristi, sofferenti perchè affetti da disforia di genere. Vivevano malissimo questa loro condizione tanto da aspettare e sperare di potersi sottoporre ad un intervento mutilante che cercava di risolvere finalmente il loro problema, dopo un cammino lungo e travagliato che durava da molti anni. Era necessaria la sentenza di un giudice che permetteva di sottoporsi all’intervento di cambio di sesso.
Accanto a questi per lo più giovani, c’erano genitori e amici che dimostravano maggior sofferenza ancora più profonda!.
La politica di oggi, di destra, toglie a queste persone la possibilità di vivere una sessualità secondo la propria indole.
Si rischia di toccare il fondo: negare di aver affetti ed una vita normale a persone perchè diverse, equivale ad annullare soggettività, esacerbando dolere e difficoltà”

“Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, anche questo parte del Coordinamento per la difesa della sanità pubblica, ritiene molto grave che un centro di eccellenza venga dismesso e che non vengano date risposte alle esigenze sanitarie delle persone transgender.”
Così come” Euphoria Trans FVG “, aderente al Coordinamento citato, ci scrive: “abbiamo avuto modo di partecipare alle assemblee del Coordinamento per la salute pubblica di TS e regionale, e di esporre alcune tematiche riguardanti la sanità per le persone Trans. In merito all’articolo sull’ospedale di Cattinara ci teniamo a precisare che è stata omessa l’interrogazione in Consiglio Regionale portata avanti dal consigliere Furio Honsell, da noi proposta relativamente alle tematiche sopra descritte. La censura, anche quando si tratta della salute dei cittadini, ha diritto di precedenza!!!!! Il nostro intervento è stato necessario in seguito alle diverse segnalazioni ricevute per quanto riguarda gli interventi chirurgici. Mentre le persone sono obbligate a muoversi fuori regione o all’estero, ci viene continuamente ripetuto che il servizio funziona. La realtà dei fatti è in forte disaccordo con le dichiarazioni ufficiali. Gli interventi chirurgici in Italia sono regolati dalla legge 164 del 1982, una volta che il tribunale emette la sentenza e il nullaosta per gli interventi, questi devono essere garantiti dal sistema sanitario nazionale.”
Il Coordinamento per la difesa della sanità pubblica a TS e della R FVG, non può non concludere affermando che un”altro colpo è stato inferto alla sanità pubblica!!! In questo caso, come purtroppo spesso sta accadendo, da tempo, vengono colpiti i più deboli ed i più fragili: il diverso dev’essere emarginato, vuoi in un manicomio o in un corpo che non riconosce come suo.

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